E' mattino presto, siamo sotto la nostra calda coltre di pile. Apriamo un occhio e non ci vuole molto per capire le condizioni meteo della giornata: la sera precedente ci siamo addormentati al suono dell'ululato del vento e cullati dagli strattoni di Y2K; quest'oggi ci svegliamo al suono dell'ululato del vento e cullati dagli strattoni di Y2K.
Ci
trasciniamo in dinette e ci prepariamo la colazione: sono le 9 e lo strumento
del vento ci comunica che siamo già a quota 30 nodi.
La meteo è deprimente, ma la giornata che ci aspetta è allegra e festosa: Sofia compie 7 anni e tutti insieme diamo il via ai preparativi per i festeggiamenti. Y2K e Stellina si accordano per una mega-pizzata serale seguita da torta con candeline e libagioni varie a bordo di Stellina.
Terminate le fasi di pianificazione per il compleanno della piccola, realizziamo di essere stufi marci di vegetare a bordo delle nostre rispettive imbarcazioni e decidiamo di organizzare una spedizione - costi quel costi - alla ricerca di una cala abbastanza riparata per farci un bagno in barba ai nuvoloni grigi che corrono nel cielo ed al forza 7 che continua ad imperversare in zona.
Detto
fatto: l'equipaggio di Stellina salta a bordo dell'auto presa a nolo il giorno
prima, quello di Y2K salta a bordo dello scooter preso a nolo qualche giorno
prima ed insieme cominciamo la nostra ricerca. La scelta cade su Spiaggia del
Relitto, la meno sferzata dalle forti raffiche di vento. Troviamo un posticino
fra le molte persone che affollano la spiaggia, poi ci tuffiamo in mare: i
"grandi" entrano in acqua fra mille difficoltà, smorfie e gridolini a causa
dell'aria gelida, Sofia e Clara sono già in mare da tempo e paiono non troppo
preoccupate della temperatura esterna e delle grosse nuvole che di tanto in
tanto coprono il sole causando assaggi di era
glaciale per tutti.
All'ora di pranzo, gli uomini si recano presso il baracchino della spiaggia - quello il cui proprietario è "amico" della mamma cinghiale Matilde, per intenderci - e recuperano panini, hot-dogs, coca-cola e birra per tutti. Mangiamo tranquilli cercando di ignorare le nuvole sempre più minacciose. Terminato il frugale pasto, di comune accordo decidiamo di lasciare la spiaggia e dividerci. Michele, Kerry e le bimbe desiderano visitare Caprera, i nostri piani sono quelli di lanciarci alla volta dell'Isola della Maddalena, quindi effettuare una ricognizione in paese per prendere un regalino per Sofia.
Lanciamo il nostro motorino a tutta velocità ed iniziamo il giro: da Spalmatore visitiamo Stagno Torto, l'area di Isuleddu, costeggiamo fino alla strada che conduce in alto verso Punta di Guardia Maiori e verso la parte più alta dell'isola. Qui ci soffermiamo per ammirare lo splendido paesaggio: Caprera, Santo Stefano, il paese della Maddalena, in lontananza Palau il tutto circondato da un mare che ribolle di schiuma... e stiamo guardando la zona più riparata dell'isola. Rimontiamo in sella e ci dirigiamo verso Ovest. Qui il vento arriva diretto, accelera fra Spargi, Budelli, Razzoli e S. Maria, entra davvero rabbioso e ci aggredisce con raffiche potentissime. Cala d'Inferno (nome azzeccatissimo date le condizioni odierne), Cala Francese sono martellate da grossi marosi frangenti che si abbattono sugli scogli sollevando goccioline nebulizzate in un mare di schiuma bianca. Il mare fra le isole fa davvero impressione, è una distesa nera di onde furiose dalle alte creste bianche. Non osiamo immaginare le condizioni di Bonifacio. Soltanto alcuni appassionati di kitesurfing - a nostro avviso un pò matti oltre che appassionati - si lanciano in piroette da paura a velocità supersonica in mezzo a quel mare.
Nonostante le cerate cominciamo ad avere freddo e decidiamo di accelerare il nostro tour. Le raffiche sono talmente forti da farci sbandare e dobbiamo stare attenti a manovrare il nostro scooter. Completiamo il giro entrando in paese, ci fermiamo presso una gelateria artigianale e ci gustiamo un bel cono senza neppure toglierci il casco... tiene caldo.
Proseguiamo e scoviamo una libreria. Qui acquistiamo un paio di romanzi di Ludlum per arricchire la nostra biblioteca di bordo e troviamo il regalino per Sofia.
Siamo di nuovo a bordo del nostro scooter, diretti al marina. Bonifacio non ha ancora mollato: soffia, soffia, soffia ed ancora soffia. Una roba da far saltare la pazienza del più paziente dei pazienti. Ormai il sibilo del vento è parte integrante del nostro cervello... e anche il conseguente mal di testa.
Tornati a bordo, abbiamo il tempo di sistemarci un pò, cambiarci e recarci all'appuntamento con l'equipaggio di Stellina, alle 7.30 sul molo del porticciolo. Ci comprimiamo tutti e 6 a bordo della Fiat Uno noleggiata da Michele e facciamo tappa alla pizzeria. Una volta dentro al locale, ci rendiamo conto di trovarci un una pizzeria "alternativa": la cassiera - uno spettacolo di donna, così magra da aver paura a guardarla perchè si rompe, con acconciatura piramidale ornata da riccioli laccati che rasentano l'inverosimile, truccata con 5 dita di ombretto "blu-pesce-pappagallo" - ci comunica con piglio energico che non si fa servizio ai tavoli. Dobbiamo lasciare a lei le ordinazioni, trovarci un tavolo, recuperare piatti, bicchieri e posate tutto rigorosamente di plastica ed attendere seduti. Quando la pizza è pronta ci chiama lei.
Obbediamo
senza indugio. Dopo una ventina di minuti, qualcuno urla i nostri nomi: trattasi
della Cassiera Turchina, le nostre pizze sono pronte. Ci alziamo e andiamo a
recuperare pizze e bevande. Stiamo per avviarci verso il nostro tavolo, quando
la Cassiera Turchina con-cofana-riccioluta ci avvisa che al termine della nostra
cena dobbiamo sgombrare il tavolo, gettando tutti i nostri "resti" dentro un
apposito contenitore per i rifiuti.
L'ambiente e le "procedure" di questa pizzeria new-age ci rendono particolarmente allegri, ceniamo divertendoci come matti, scherziamo e facciamo battute ai danni dell'acconciatura piramidale della Cassiera Turchina. Terminata la pizza, sgomberiamo tutto molto diligentemente, paghiamo, usciamo dal locale e ci pigiamo nuovamente all'interno della Punto per ritornare al marina.
Giunti in porto, saltiamo tutti a bordo di Stellina per festeggiare Sofia con la
torta, le candeline, lo champagne intonando a squarciagola "Tanti auguri a te"
prima in Inglese, poi in Italiano. Sofia spegne le candeline e mentre
distribuiamo le fette di torta, apre i suoi regali. Pappiamo il dolce,
scherziamo ancora un pò con la festeggiata, poi per le bimbe è il momento di
andare a nanna. Per gli adulti, invece, è il momento di aprire la bisca
clandestina e di dare inizio alle evaporazioni sarde a base di Mirto. Dopo un
paio di bicchierini, Max trova il coraggio di telefonare ad Achille per chiedere
lumi sulle condizioni meteo. Già rassegnati a ricevere l'ennesima comunicazione
di burrasca, restiamo di stucco quando il nostro meteorologo di fiducia ci
comunica che il vento su Bonifacio è in attenuazione da forza 7 a 6 (caspita che
attenuazione ! Ma per chi è abituato a
40 nodi medi costanti, fa lo stesso effetto delle calme equatoriali ), per
assestarsi su forza 5 durante la notte fra Mercoledì e Giovedì. Achille aggiunge
che secondo i suoi modelli matematici - quelli che sono andati a remengo tempo
fa - il momento ideale per attraversare Bonifacio è la finestra di Giovedì
mattina - 25 Agosto - prestissimo, dalle 2 alle 4.
Dopo una rapida consultazione, se le condizioni meteo sono confermate, gli equipaggi decidono all'unanimità di salpare verso la libertà all'alba di Giovedì per affrontare Bonifacio nel momento di maggiore tranquillità. Noi non abbiamo più alcuna possibilità di fare rotta verso sud e raggiungere la Tunisia, tanto meno vogliamo farci cogliere da un'altra depressione e rischiare di rimanere bloccati in mezzo al Tirreno. Seppure controvoglia, Y2K farà rotta verso nord.
Mentre il faro di Punta Chiappa trasmette al vhf un avviso speciale su Bonifacio (tempesta forza 7), ci "evaporiamo" ancora una serie di bicchierini di mirto, poi noi lasciamo Stellina e saliamo a bordo di Y2K. Trascorriamo una decina di minuti in compagnia di un Tattico molto risentito per il numero di ore che si vede costretto a trascorrere da solo mentre noi andiamo in giro a gozzovigliare. Mentre cerca di sbollire la sua ira devastando ancor di più il già devastato sacchetto corso, lo informiamo sugli ultimi sviluppi e dopo aver ricevuto la sua approvazione ce ne andiamo in cuccetta. Ci addormentiamo al suono dell'ululato del vento e cullati dagli strattoni di Y2K.
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