3 Agosto 2000

Sveglia alle 9.30 e colazione in pozzetto. Molliamo gli ormeggi alle 11.00 e subito abbiamo difficoltà ad uscire da Campoloro. Secondo le regole della navigazione, dobbiamo tenere la nostra destra in fase di uscita dal porto, ma appena in tempo ci accorgiamo che non è possibile guadagnare l'uscita da quella parte: il mare non è profondo a sufficienza per noi. L'ecoscandaglio comincia a restituirci numeri che ci terrorizzano, 1,90 metri, 1,80... il nostro pescaggio è 1,75 metri e noi al massimo ci manteniamo sui 3 metri di profondità per evitare qualsiasi sorpresa.

Y2K rallenta, fa fatica ad avanzare e da poppa riusciamo a scorgere una nuvola di fango, sabbia e alghe che si solleva tutto intorno. Max è indignato: "Ci stiamo arenando !!", cerca di farsi notare da un ormeggiatore sul pontile, ma questo sembra non accorgersi di noi. Marcia indietro e diamo gas piano, piano. Dopo quella che ci sembra un'eternità, Y2K comincia ad arretrare... siamo liberi.

Tiriamo un sospiro di sollievo e dirigiamo la barca tutto a sinistra, tenendo una velocità massima di 1 nodo e mezzo. Abbandoniamo il porto piuttosto irritati.

Appena fuori, ci accorgiamo che il solito SE si è attestato ad una velocità di 9 kn. Issiamo la randa e svolgiamo il genoa, Alessandra prende il timone e la barca naviga a quasi 6 nodi. Il sole è caldo, ma la temperatura è gradevole, il Tattico se la gode raggomitolato sulla seduta del pozzetto, annusa l'aria con fare professionale e si appresta alla sua attività preferita: alti calcoli di precisione fra una russata e l'altra ;-)

Il vento non regge molto e cala. L'occasione è quella giusta per provare, prima volta in assoluto, il nostro Jennaker nuovo fiammante. Cominciamo le operazioni, portiamo la grossa vela sulla prua di Y2K e cominciamo ad armeggiare con le scotte. OK, la nostra prima "issata" di Jennaker ci crea qualche problemino con le scotte, dopo vari smanettamenti, riusciamo ad armarlo correttamente e a tirarlo su felicemente.

E' un'emozione vedere la barca acquistare velocità, il vento è sempre un SE 6kn e noi navighiamo a 4 nodi. Siamo soddisfatti e contenti di aver acquistato la grande vela e di constatare come si comporti bene.

La nostra tappa successiva è il porto di Solenzara dove vi giungiamo alle 19.30. Non conosciamo il luogo e quando ci accorgiamo che il corpo morto di prua non è agganciato alla banchina tramite la solita cima, ma ad un gavitello galleggiante, è troppo tardi. Non siamo preparati, non abbiamo sotto mano le cime adeguate da agganciare al gavitello e Ale si ritrova in una posizione completamente inadeguata per la manovra: ci si aspettava di dovere recuperare la trappa, come al solito, da poppa. Max ha già messo Y2K in posizione e la barca sta proseguendo a marcia indietro. Il gavitello ci sta sfilando a dritta e se supera la prua dobbiamo ripetere al manovra. In pochi secondi recuperiamo le cime, Ale si precipita a prua e, grazie all'aiuto degli ormeggiatori sul gommone, aggancia il grosso gavitello con la gaffa. Lancia una cima ad un ormeggiatore che la fa passare attraverso l'anello del gavitello, quindi la porge di nuovo ad Ale. I due estremi vengono fissati saldamente alle bitte di Y2K, ma Ale si accorge ben presto che la cima è troppo corta: corsa frenetica verso poppa dove Max, intanto, sta lanciando le cime all'ormeggiatore in banchina. Non è possibile recuperare Y2K da poppa, la cima di prua è cazzatissima. Max lancia ad Ale una seconda cima e Ale si precipita di nuovo a prua per allungare l'ormeggio. Dopo qualche peripezia, l'ormeggio viene ultimato e la barca e tranquillamente fissata al molo.

Il log segna 316 miglia e per una notte a Solenzara paghiamo 188FF (28,68 €).

Sistemiamo la barca così abbiamo la possibilità di osservare il porto: è piuttosto ampio e ben costruito.

Ceniamo in barca e ascoltiamo il bollettino: le previsioni ci dicono che è in arrivo una bassa pressione. Non ci preoccupiamo per il momento perchè l'indomani desideriamo comunque rimanere fermi.

Limoncello in pozzetto e tutti a nanna.