Fugone da Favignana (vai a fidarti dello scirocchetto...)
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Le condizioni meteorologiche si mantengono instabili per diversi giorni, le perturbazioni africane raggiungono la Sicilia e portano venti forti e piogge. Trascorriamo il tempo a zonzo per lo Stagnone con la Varcuzza, recuperando le nasse, il pesce e "liberando" i granchi capitati all'interno, di nascosto dallo zio di Ale. I malcapitati finirebbero schiacciati come esca per altri pesci, non riusciamo a resistere.

Una mattina apriamo gli occhi, più o meno "sollecitati" dall'implacabile Pensatore, e scopriamo che il cielo è terso e non c'è un alito di vento. Siamo decisi più che mai a raggiungere Favignana a bordo di Monica e ci lasciamo cogliere dall'entusiasmo: mare piatto, cielo azzurro, motore sicuramente a posto, si parte di buon ora per goderci una bella gita.

Prepariamo le provviste e raggiungiamo il porto: soffia un refolo di scirocchetto, una meraviglia.

Molliamo gli ormeggi e usciamo dal porto, il mare è una tavola e possiamo lanciare Monica a tutta velocità verso Punta Marsala. Incrociamo una barca a vela che percorre una rotta opposta alla nostra (che nostalgia di Y2K !), scorgiamo un aliscafo che, partito da Trapani, vola verso il porto di Favignana. Per un attimo avvertiamo i primi sintomi della famigerata "sindrome da aliscafo" (vedi Diario di Bordo Estate 2001), Max si lascia travolgere da un sentimento di vendetta: "SPERONIAMOLO !" - urla veemente, sterzando improvvisamente e dirigendo la prua di Monica verso il bolide.

Passano un paio di secondi, poi Max torna in sè e Monica riprende la sua rotta.

Superiamo Punta Marsala e dirigiamo verso Cala Rossa che rappresentaLa barca a vela blu un ormeggio spettacolare con la brezzolina di scirocco di oggi. Entriamo nella cala e diamo fondo in una posizione di tutto rispetto (non abbiamo chiglia). Nel mezzo della cala ritroviamo la barca a vela blu, ancora alla fonda. L'avevamo incontrata almeno una settimana prima, quando ci eravamo ancorati con Laura: stesso ormeggio. Siamo molto invidiosi e nostalgici, continuiamo a fissarla pensando ad Y2K.

Fa caldo e ci tuffiamo nel mare trasparente per rinfrescarci un pò e fare una bella nuotata. Mentre siamo entrambi in acqua, notiamo una strana onda lunga di provenienza incerta che crea una fastidiosa risacca. Risaliamo a bordo, è tarda mattinata ormai, dalla cima della montagna di Favignana spuntano alcune nuvole, osserviamo la loro forma e il loro colore e ci ripromettiamo di da tenerle sotto controllo.

Passano una decina di minuti, la brezzolina si trasforma in un bel venticello fresco di scirocco, le nuvole non promettono nulla di buono. Cala Rossa è ridossata, ma conosciamo il posto e sappiamo perfettamente che il mare di Scirocco monta e monta anche in fretta ! E che una barca piccola come la nostra non avrebbe alcuna possibilità di doppiare Punta Marsala e di procedere con gli ondoni dritti di prua. Il mare si increspa e il vento aumenta ancora, capiamo che si mette male e accendiamo il nostro VHF portatile, strumento che portiamo sempre con noi in situazioni come queste. Lo sintonizziamo sul canale del bollettino meteo e le nostre paure sono fondatissime: è attesa una bassa pressione da sud con venti di Scirocco da forza 5 a forza 7... praticamente una mezza burrasca.

Questo capovolgimento metereologico non era previsto (e te pareva) e coglie tutti di sorpresa: le poche barche ormeggiate nella cala (siamo in Settembre, ormai la folla è un ricordo) battono in ritirata, compresa la tanto invidiata barca a vela blu che dirige verso il porto. Noi seguiamo l'esempio, salpiamo l'ancora e ci dirigiamo verso il largo.

Appena fuori dalla cala, ci accorgiamo quanto effettivamente sia montato il mare, nuvoloni grigi rotolano verso di noi nel cielo. Max dà manetta e Monica si lancia fendendo in pieno le onde, ripide e bruttine. La mitica si comporta benissimo, corriamo quasi a tutta velocità e non si sbatte neanche troppo considerata la dimensione delle onde. Lo scafo marinaro fa il suo dovere !

Il groppo si avvicina e il mare è davvero brutto, non possiamo dirigerci verso il porto di Marsala, optiamo per il ridosso più vicino dell'Isola Grande (a sole 3 miglia da Punta Marsala), cambiamo rotta e continuiamo la nostra corsa con il vento e le onde che ci colpiscono al mascone. Il tratto di mare fra Favignana e l'Isola Grande raggiunge la sua profondità massima proprio nella zona centrale: la attraversiamo fuggendo da un mare ancora più arrabbiato e dal groppo che ci viene incontro inesorabile. Si mette a piovigginare e fa anche freddo.

Attraversiamo la zona più agitata e ci lanciamo sparati verso le acque più basse, riparate dalle secche e dalle alghe affioranti. Diamo fondo di fronte alla spiaggia di Tahiti, in attesa che il fortunale passi e ci conceda la possibilità di rientrare.

I nuvoloni passano, si alternano momentanee schiarite a piovaschi fastidiosi. Non abbiamo voglia di fare il bagno perchè l'acqua è fredda e il vento è troppo.

Mangiamo svogliatamente continuando a sperare in un miglioramento. Il VHF portatile ci dice che il vento è in leggera attenuazione nelle prossime ore e vogliamo approfittarne perchè l'area di bassa pressione non passerà e creerà problemi più grossi. Siamo ormeggiati in pochissimi centimetri d'acqua, il minimo sufficiente per galleggiare e per non toccare il fondo con l'elica del motore. Il vento increspa il mare e solleva la schiuma dalle creste, aspettiamo che si calmi.

Passa un'ora, l'intensità del vento ci sembra diminuita, in fretta e furia salpiamo l'ancora. Appena fuori dal riparo delle secche, ci rendiamo conto di non poter sfruttare la velocità di Monica perchè il mare è troppo grosso e rischiamo di farci male, sia noi che Monica. Adottiamo un'andatura "da barca a vela", sui 4 nodi.

Il cielo è plumbeo e pioviggina... improvvisamente Max si illumina e chiede ad Ale di andare al timone. Per qualche secondo Max sparisce in cabina, quindi ne esce tenendo in mano la nostra mega-canna da pesca, prelevata a bordo di Y2K. "E' tempo di traina !" - dice con entusiasmo e fila la lenza in acqua. Naturalmente non prendiamo nulla... barca che vai, sfiga totale che ti ritrovi...

Procediamo lentamente verso il porto di Marsala, ci prepariamo a doppiare Capo Lilibeo, l'ultimo importante punto cospicuo che ci ripara e ci separa dallo Scirocco furioso. Superato il capo, ci avviciniamo il più possibile a terra, cercando ridosso vicino alla costa. Mano a mano che la distanza viene percorsa, il lungo molo della lanterna rossa comincia a porsi fra noi e le onde, concedendoci un pò di tregua.

Recuperiamo la lenza, miseramente vuota, mettiamo via la canna. Il molo termina e noi siamo costretti a virare a sinistra per entrare in porto. I bassi fondali intorno alla diga foranea, la risacca e la violenza del vento sollevano ondone pazzesche ! Almeno, ci sembrano tali a bordo della nostra Monica. Riduciamo ancora la velocità e per alcuni minuti che ci sembrano un'eternità, veniamo sballottati malamente.

Finalmente, l'ingresso in porto !! Procediamo verso il nostro ormeggio e siamo costretti a ripetere la manovra un paio di volte prima di riuscire a recuperare le cime e a fissare la barca alla trappa. Monica è leggera e le forti raffiche provenienti da terra la spingono via come un turacciolo.

A sera il tempo peggiora: buriana furibonda e piogge sahariane. Guardiamo abbacchiati le previsioni del tempo alla televisione: niente di buono per i prossimi due giorni... e la data del rientro dalle vacanze si avvicina.

Il Pensatore ci osserva con aria di sufficienza, accoccolato sul divano: i suo occhi ci dicono "Ma questi due qui dove vogliono andare senza di me ?!". Max lo guarda e, capendo al volo il suo messaggio, gli risponde: "E sì, lo so Willy, hai ragione. Sei proprio saggio, vai a fidarti dello scirocchetto".

Soddisfatto di questa frase e dopo un'ultima occhiata accondiscendente, il Saggio-Pensatore si chiude in meditazione ascetica, estraniandosi da noi, comuni mortali... tanto non capiremmo mai.

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