13 Marzo 2005
o
squillo del cellulare-sveglia arriva di buon ora. Ci prepariamo una buona
colazione in pozzetto mentre ascoltiamo le previsioni del tempo. Anche oggi è
prevista una bellissima giornata con brezze leggere e cielo sereno.
Siamo malinconici e tristi, dobbiamo fare rotta su Tortola e riportare Sea Rider a casa. Questo significa che la nostra vacanza è terminata. Ci prepariamo per la navigazione e prepariamo anche il nostro regalo di arrivederci per Kitty e Scott. In due ampi sacchetti disponiamo ciò che è avanzato della nostra cambusa - abbiamo ancora parecchie confezioni integre - quindi, armati di santa pazienza e dizionario, ci cimentiamo nello scrivere rigorosamente in Inglese la ricetta dei famosi e nostrani spaghetti alla Amatriciana.
L'impresa non è semplicissima nonostante Ale mastichi abbastanza l'Inglese, dobbiamo convertire tutti i pesi e le unità di misura da chilogrammi, etti e grammi in once... Il nostro cellulare ci viene in aiuto, utilizziamo infatti un simpatico convertitore universale contenuto in una delle applicazioni del nostro telefonino. Alla fine siamo soddisfatti del risultato finale e, sperando di non aver commesso troppi errori, arrotoliamo il prezioso manoscritto e lo riponiamo insieme a tutti gli ingredienti necessari.
Facciamo l'ultimo tuffo nel mare di Anegada, proprio mentre terminiamo di asciugarci al sole, il tender di Tamurè si allontana dalla barca e si avvicina a Sea Rider. I nostri amici sono a bordo.
Invitiamo
Kitty e Scott a salire a bordo e offriamo loro una bella bibita fresca.
Chiacchieriamo per una decina di minuti, chiediamo della loro battuta di pesca:
"non male" - ci dice Scott - "oggi ne facciamo un'altra". Ci invitano a non
mollare mai, a continuare a sognare di partire per effettuare il giro del mondo.
Ci rinnovano l'invito a contattarli via posta elettronica e ad iscriverci alla
loro newsletter. Lo faremo appena rientrati in Italia.
Ale scende per qualche secondo sotto coperta e ritorna portando con se il nostro "regalo": mostriamo a Kitty e Scott tutto quello che abbiamo messo da parte per loro - dai sacchetti per la spazzatura, alla carta igienica, ai rotoloni di carta casa, dalla passata di pomodoro, al bacon, alle confezioni di latte, dai biscotti, ai grissini e altro ancora - insomma una discreta "spesa". Poi diciamo che volevamo salutarli e ringraziarli per la splendida compagnia e le emozioni provate ascoltando la loro avventura lasciando in ricordo un modesto contributo tipicamente Italiano: Ale porge a Kitty il foglio di carta con la ricetta.
Ci sembrano sinceramente
colpiti: preghiamo Kitty di leggere la ricetta e di dirci se c'è qualche cosa
che non è chiaro, se la
traduzione è "passabile", se le sembra tutto ok. Kitty è entusiasta, ci confessa
di non aver mai cucinato un piatto Italiano e che questa è la volta buona per
cominciare.
Abbiamo il magone quando arriva il momento di salutarci: auguriamo loro tanta, tantissima fortuna. Ci abbracciano forte, ci stampano due bacioni schioccanti sulle guance. Recuperano il gommone e si allontanano verso Tamurè agitando le braccia come ultimo cenno di saluto. Ci salgono le lacrime agli occhi...
Troviamo quel giusto equilibrio emotivo per mollare la cima e lasciare libero il gavitello, Sea Rider si muove lentamente verso il canale e il mare aperto. Proprio nel bel mezzo della passe incrociamo la "rotta" di una razza, questa volta un pò più grossa di tutte le altre. Arriva da dritta e se ne vola via serafica alla nostra sinistra. Usciamo in mare aperto e Sea Rider volge la poppa ad Anegada ed alle sue meraviglie.
L'aliseo
è leggero, ma sufficiente per una bella e comoda andatura portante con il solo
Genoa. La navigazione è tranquilla e senza avvenimenti di rilievo. Prima di
volgere la nostra prua verso Tortola e Road Harbour, decidiamo di fare una
capatina all'estrema punta sud di Virgin Gorda per dare un'occhiata ai famosi
The Baths, i massi granitici famosi in tutto il mondo. Se il vento tiene,
abbiamo tempo a sufficienza per una visitina. Aggiustiamo la rotta di
conseguenza.
Alle 14:30 Sea Rider si trova fra Virgin Gorda e le isole ad est di Tortola: Great Camanoe, Marina Cay e Beef Island. Il vento qui gira un poco e noi poggiamo quel tanto che basta per mantenere la rotta. Finalmente avvistiamo The Bath e li raggiungiamo quando sono circa le 15. Ci rendiamo conto che le condizioni del mare non sono ideali per avvicinarci alla costa con il tender, anzi, il moto ondoso è piuttosto sostenuto. Il nostro portolano/guida ci racconta che è sconsigliato l'atterraggio con il gommone a causa della violenta onda di risacca praticamente sempre presente. Tuttavia, per consentire comunque la visita a questa splendida area è stato allestito un sistema di piccoli gavitelli fissati ad una grossa cima, a sua volta bloccata al fondo marino con dei corpi morti. E' così possibile recuperare una delle onnipresenti boe Moor Seacure per lasciare la barca, muoversi con il tender fino a questa rete di gavitelli, legare il gommoncino ad uno di essi e raggiungere la costa a nuoto con pinne e maschera... organizzazione impeccabile, soluzione assolutamente efficiente.
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Purtroppo non abbiamo tempo a sufficienza per questa operazione, vogliamo raggiungere Tortola prima del tramonto. Ci limitiamo ad un passaggio ravvicinato con Sea Rider costeggiando il più possibile. Non appena ci avviciniamo alla nostra meta, avvolgiamo il Genoa e procediamo a motore.
In effetti le formazioni rocciose sono assolutamente affascinanti ! Immensi massi granitici bianchi sembrano sospesi sul mare e lì lì per precipitare in acqua. L'erosione degli elementi ha dato loro le forme più disparate. Fra di essi si aprono polle di acqua trasparente circondate da finissima sabbia. Palme dai fusti altissimi svettano in lontananza. Il mare frange sui massi scatenando tutta la sua violenza e continuando l'opera di modellatura della pietra. Riprendiamo questo spettacolo con la nostra videocamera e ci ripromettiamo di tornare in questi luoghi per visitare ciò che abbiamo dovuto lasciare indietro per motivi di tempo.
Procediamo piano, passando in mezzo alle altre imbarcazioni alla boa. Qualcosa attira la nostra attenzione. Uno sventolio di colori familiari che proviene da un'imbarcazione in metallo si unisce ad un suono altrettanto familiare: "liberi !". Ci avviciniamo, aguzziamo la vista: a bordo della barca scorgiamo una coppia, a poppa un grande tricolore garrisce al vento. La barca italiana sta mollando il gavitello. Non riusciamo a resistere ! Agitiamo la nostra bandiera per essere meno "invisibili" - una delle tante vele di The Moorings - agitiamo le braccia mentre gridiamo i nostri saluti. La coppia si accorge di noi, si rende conto che siamo "paesani" e si sbraccia ricambiando il nostro gesto. La loro rotta è Trellis Bay, la nostra è Road Harbour.
Sono le 16:30, è tempo di rientrare. Issiamo randa e genoa e facciamo rotta su Tortola procedendo di bolina. Non parliamo molto durante questo ultimo tratto, siamo malinconici più che mai. Seguiamo con lo sguardo la barca italiana, siamo un pochino invidiosi, vorremmo essere al loro posto.
Alle 18 ammainiamo le vele ed
entriamo nella baia di Road Harbour. Sea Rider percorre le ultime miglia a
motore prima di
raggiungere la sua casa. Chiamiamo la base Moorings alla radio, li avvisiamo che
siamo in avvicinamento e chiediamo delucidazioni sull'ormeggio. La base Moorings
ci mette in stand-by, noi entriamo nel marina ed attendiamo.
Dopo pochi minuti riceviamo la chiamata dalla base e le istruzioni relative al nostro posto. Effettuiamo la manovra di ormeggio con tranquillità, un ragazzo ci aiuta con le cime. In breve Sea Rider è a casa e noi siamo di nuovo nel mondo dei "terricoli". Il ragazzo ci avvisa di raccogliere lenzuola, asciugamani e teli mare, mettere il tutto all'interno di una federa e lasciare la federa sulla banchina, accanto al nostro posto. Ci dice anche che il check-out verrà effettuato l'indomani verso le 8:30 del mattino. Bene, il nostro aereo parte da Beef Island intorno a mezzogiorno, abbiamo tutto il tempo di aspettare l'addetto per il controllo finale, fare colazione e prendere il taxi che ci porterà all'aeroporto.
Facciamo come ci è stato chiesto e cominciamo tristemente a raccogliere le nostre cose ed a preparare le valigie: da un angolo remoto e sperduto di un armadietto rispuntano le felpe ed i maglioni... che tristezza infinita...
Passiamo
il resto del tardo pomeriggio in pozzetto a rilassarci un pò, quindi decidiamo
di cenare fuori, presso il ristorante presente all'interno della base Moorings.
La nostra scelta si rivela super azzeccata: per la serata, il locale propone il
menù barbecue ! Dopo 6 giorni di astinenza da carni, non vediamo l'ora di
affondare i denti in una succulenta bistecca !
Il ristorante è naturalmente all'aperto, i tavoli sono disposti sotto un'ampissima tettoia in legno, mentre brace e cuoco addetto al barbecue sono appena al di fuori. Attendiamo che ci diano un tavolo: si avvicina un cameriere che con un Inglese assolutamente incomprensibile ci indica un tavolo (probabilmente ci dobbiamo sedere lì) e comincia a spiegarci "come funziona la serata barbecue". Come sarebbe a dire ? - ci chiediamo... Ebbene sì, dopo numerosi tentativi in cui cerchiamo di capire il cameriere chiedendogli gentilmente più di una volta di ripetere le frasi più lentamente, scopriamo che esiste un preciso rituale al quale NON possiamo assolutamente non attenerci: pena ? Qualcosa di terribile...
Andiamo dal cuoco e scegliamo
costolette di maiale (qui si chiamano "ribs"), patata americana dolce al
cartoccio e
pannocchia di mais, quindi torniamo presso il ristorante e ci dirigiamo verso il
nostro tavolo. Non facciamo in tempo a sederci che il cameriere ci intercetta
manco fosse un missile dotato di sensore di calore. "Dovete andare a prendere
l'insalata." - ci comunica con tono perentorio. Cerchiamo di obiettare che noi
no grazie, l'insalata proprio non la vogliamo. Il cameriere ribadisce il
concetto sempre più seccato: andate a prendere l'insalata. Rispondiamo: "ma noi
non vogliamo l'insalata ! Possiamo sederci e ordinare da bere ?" Il cameriere si
altera, forse va in confusione perchè stiamo compromettendo l'equilibrio di quel
processo. Ci spedisce al buffet perchè "la serata barbecue funziona così"... non
osiamo aggiungere altro, il nostro amico non ci avrebbe portato nulla da bere se
prima non avessimo preso questa benedetta insalata. Ci atteniamo al
processo-serata-barbecue, andiamo a prendere l'insalata e ci sediamo. Finalmente
possiamo ordinare le bevande. Roba da matti...
Le nostre costolette sono pronte, andiamo a recuperare i piatti e iniziamo a mangiare sotto l'occhio vigile del cameriere-guardiano-di-tutti-i-processi. La carne è buonissima, abbiamo un appetito incredibile e divoriamo tutto quello che abbiamo nel piatto senza lasciare una briciola... un pò anche per paura di incappare ancora nelle ire del cameriere-sentinella-guardiano... metti che il processo comprende anche l'obbligo di pulire il piatto... :-)
Ci alziamo dal tavolo veramente satolli, per digerire facciamo una passeggiata fino alla lanterna rossa, sulla diga più esterna del marina, e ce ne torniamo a bordo di Sea Rider.
Qui finiamo i bagagli e ce ne andiamo in cuccetta tristemente in silenzio.
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