4 Agosto 2003
Passiamo
la notte praticamente in bianco a causa della forte risacca. La prua della
barca, agitandosi, urta continuamente contro il
gavitello cui siamo fissati provocando un noiosissimo e fastidioso rumore. A
nulla servono i nostri tentativi di allungare la cima di ormeggio a prua, i
colpi della boa contro lo scafo continuano.
Ci svegliamo, se così si può dire, facciamo colazione e, visto che la baia di Calvì risulta completamente aperta al vento che soffia piuttosto intensamente dalle prime ore del mattino, iniziamo i preparativi per la nostra successiva tappa, il Golfo della Girolata.
Mentre tracciamo la rotta,
accosta il gommone della Capitaneria addetto al controllo dei gavitelli. Ci
chiedono a quale ora siamo arrivati, le dimensioni della barca e ci riferiscono
l'importo da pagare per quella notte: €16,00. Piuttosto onesto considerato il
luogo dove ci troviamo e il servizio offerto ai diportisti. Mentre ci
apprestiamo a pagare, gli ufficiali
ci fanno presente, per la prossima volta, che il gavitello cui ci siamo
ormeggiati è per imbarcazioni di lunghezza superiore ai 18 metri... quelli per
Y2K sono poco più avanti, sono più piccoli e hanno un colore diverso. E chi
poteva saperlo nel buio della sera prima ? No, non è vero, la verità è che
volevamo fare gli "sboroni"....
Sbrigate
le faccende burocratiche, lasciamo il gavitello e facciamo un giro turistico
addentrandoci nel golfo, zig-zagando fra le numerosissime barche ormeggiate in
rada. Ci avviciniamo alla spiaggia, ci spingiamo vicino al paese e costeggiamo
il porto turistico. Poi dirigiamo la prua verso l'imboccatura della baia, c'è
una bellissima brezza tesa di 22 Kn.
Appena usciti dal golfo, ci
mettiamo in rotta e ci lanciamo in una entusiasmante poppa con il solo Genoa.
Senza altra tela fuori, raggiungiamo la velocità di oltre 7 nodi e mezzo ! Il
sole picchia forte, siamo completamente rilassati, apriamo il bimini e ci
spaparanziamo all'ombra sonnecchiando di tanto in tanto. Molte sono le
imbarcazioni che tentano di imitarci e tutte, fatte le dovute eccezioni per i
siluri purosangue
da regata, falliscono miseramente nell'intento di superarci.
Y2K fila come un razzo verso la nostra meta, Ale ronfa in pozzetto, Max consulta la cartina della Corsica. La zona che stiamo raggiungendo è un susseguirsi di parchi naturali, cale, insenature e baie da favola. Si inizia con la Cala de la Galerie, quindi l'isolotto del Gargalo e la riserva naturale di Scandola, poi il Golfo della Girolata e poi ancora le Isole Sanguinarie. Max scuote Ale dal torpore e una volta comunicate le sue scoperte, decidiamo di fare un tour della riserva di Scandola (qui la carta della riserva). La raggiungiamo nel primo pomeriggio, avvolgiamo il Genoa e ci immergiamo nel suo incredibile paesaggio lunare: mare incredibilmente blu, rocce rosso fuoco, coste e scogliere brulle, ripide, faraglioni e pinnacoli che si ergono dalle profondità marine.
Costeggiamo lentamente, addentrandoci in ogni insenatura e avvicinandoci il più possibile ad isolotti e faraglioni. Consultando attentamente la cartina della zona, scopriamo un passaggio fra la costa e un gigantesco pinnacolo con profondità sufficiente per Y2K. E' largo poco meno di 10 metri, dobbiamo farlo ! Ci dirigiamo verso il passaggio, scrutando attentamente tutte le altre barche a vela. Avvistiamo un'imbarcazione un pò più grossa di noi che naviga spedita attraverso di esso: ogni nostro dubbio viene fugato e a velocità ridotta passiamo su un mare blu cobalto (profondità minima 5 metri) fra due immense pareti di roccia rossa... una meraviglia da mozzare il fiato !
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Rimaniamo affascinati dalla bellezza del posto, il contrasto fra le rocce rosse
e il mare blu è incredibile. Di tanto in tanto, all'interno di un'insenatura più
profonda delle altre, dove la costa è a picco sul mare e forma gole e crepacci,
il vento si incanala, acquista potenza e si scatena abbattendosi su di noi con
violentissime raffiche. Un microclima unico. Continuiamo a costeggiare la
riserva, ci avviciniamo a Punta Muchillina con un vento che soffia impetuoso sui
25 nodi.
Doppiamo Punta Muchillina, ci
dirigiamo verso Punta Scandola e finalmente entriamo nel mitico Golfo della
Girolata, raccomandato da tutti i nostri amici che già hanno avuto la fortuna di
navigare in queste splendide acquee. Non appena ci lasciamo alle spalle Punta
Scandola, il vento cessa del tutto, improvvisamente. Il mare diventa una tavola,
non un refolo o
una
raffica, solamente un caldo spaventoso.
La baia della Girolata (qui la cartina) è un ridosso protetto praticamente da qualsiasi vento grazie alla sua invidiabile posizione molto all'interno di tutto l'intero Golfo. E' piccola, solitamente affollata, ma una volta trovato un buon punto di ormeggio, è possibile affrontare qualsiasi condizione meteorologica. Non è raggiungibile da terra, l'unica via di comunicazione è il mare.
Nonostante l'affollamento, riusciamo a trovare miracolosamente un posticino spettacolare e di tutto rispetto, molto ridossato, filiamo tutta la catena dell'ancora e lasciamo anche qualche metro di cima. Il fondale è sabbioso, in molti punti ci sono alghe mentre più vicino a riva diventa quasi fangoso. C'è la foce di un fiume dalla quale è meglio tenersi a distanza: il fondale si fa minimo e si rischia di insabbiarsi.
Una suggestiva fortezza
sovrasta l'alto promontorio che delimita la baia e che culmina con una deliziosa
spiaggetta. Tutto
intorno, le solite rocce rosse. L'estate 2003 si ricorderà per essere una delle
più torride e la Corsica non è da meno: il caldo è soffocante. Terminiamo la
manovra di ormeggio tutti sudati e ci tuffiamo entrambi in acqua per trovare un
pò di refrigerio, nonostante la temperatura del mare sia di 29°.
Risaliamo, mettiamo in acqua il nostro tender nuovo fiammante e ce ne andiamo verso la spiaggia. Da lontano scorgiamo l'inconfondibile logo dei gelati Algida, ci guardiamo negli occhi per una frazione di secondo, poi Max, colto da smaniose voglie di gelato, dà tutta manetta e lancia il nostro battellino in una frenetica corsa verso terra. Sembriamo dei pazzi, quando ci avventiamo furiosamente sul moletto di legno, ormeggiamo il tender e ci fiondiamo come razzi verso la gelateria. Conquistato il gelato, ce lo gustiamo all'ombra dei pini marittimi.
Ci ributtiamo nella canicola, liberiamo il tender e ce ne torniamo a bordo di Y2K. Altro lungo bagno e serie di tuffi per concludere la serata e prima di preparare la cena. Un paio di noiosissime vespe ci innervosiscono, continuano a ronzare intorno ai piatti e ad entrare in coperta. Tentiamo di scacciarle con qualsiasi mezzo, ricorriamo anche alle maniere forti e, dopo innumerevoli tentativi, sembra che abbiamo avuto la meglio.
Il
menù del giorno prevede tortiglioni al sugo con pancetta affumicata. Ceniamo in
pozzetto allietati dallo spettacolino offerto dall'equipaggio di una barca
ormeggiata poco distante da noi che gironzolava così come "mamma li ha fatti".
Il sole si abbassa sull'orizzonte e finalmente ci dà un pò di tregua. Abbiamo davvero patito il caldo e adesso ci godiamo un pochino di fresco (se così si può definire). Noi siamo abbrustoliti ben bene, ma il nostro povero Tattico, con tutto il suo pelo, è accaldatissimo: ce lo vediamo spuntare in pozzetto al tramonto e trascinarsi disperatamente fino alla zattera, sulla tuga. Qui si "spalma" liscio, liscio e piatto, piatto per trovare il massimo del fresco.
Il solito limoncello in pozzetto conclude la giornata e ci accompagna nella stesura del programma per l'indomani. Niente sveglia presto, abbiamo voglia di dormire, sosta alla Girolata fino alle 17.00/18.00 e partenza per Bonifacio. Crolliamo dal sonno tutti e tre e ce ne andiamo a nanna.
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