8 Agosto 2003
Sveglia alle 9.00, facciamo fatica a tenere gli occhi aperti dopo la "notte brava" trascorsa in compagnia dei nostri amici. Dobbiamo sbrigare alcune commissioni prima di mollare gli ormeggi. Andiamo in Direzione per saldare il nostro transito: per una notte, Y2K paga € 80. Quindi passiamo al market per acquistare un pò di provviste.
Ritorniamo a bordo, stiviamo i
nostri acquisti e riempiamo i serbatoi dell'acqua. Siamo pronti per raggiungere
il pontile carburanti, quando, per puro caso - abbiamo acceso il vhf e
selezionato il canale 9 - scopriamo che è necessario chiamare la direzione del
porto via radio per prenotare il proprio turno al rifornimento, attendere di
essere richiamati sempre su vhf, mollare gli ormeggi e andare ai distributori...
pazzesco ! C'è la coda per fare
gasolio, gestita e organizzata abbastanza bene, ma è pur sempre una coda. Ci
adeguiamo e chiamiamo Ottiolu per "prenotare" il nostro turno.
Durante l'attesa approfondiamo la conoscenza dei nostri vicini francesi. Cominciamo le reciproche presentazioni, ci parliamo in Inglese, ogni tanto loro buttano lì una parola in Francese, ogni tanto noi mettiamo dentro una parola in Italiano o in Milanese, ma ci capiamo benissimo ! Ci raccontano, Anne e Marc dell'Oceanis 430 battezzato "Annou", di non avere un vero e proprio porto di appartenenza, ma di essere un pò dei vagabondi del Mediterraneo. Hanno girato i mari d'Italia in lungo e in largo e ne sono innamorati. La loro prossima meta sarà il porto de La Caletta e ci chiedono informazioni sul numero dei posti barca disponibili per il transito, sulla lunghezza e pescaggio massimi. Non abbiamo mai ormeggiato in quel porto, ma Max si rivolge a Marc in perfetto Inglese: "No problem !" Sparisce pochi secondi sotto coperta e ritorna portando con se Pagine Azzurre. Una rapida consultazione del volume ci permette di confermare ai nostri amici francesi che la loro "Annou" può essere ospite di La Caletta.
Marc si mostra molto interessato al libro, chiede a Max il permesso di sfogliarlo per verificare alcune cose sulle loro successive destinazioni affermando di essere in grado di capire l'Italiano scritto. Il Comandante risponde, sempre in perfetto Inglese "Please wait" (molto informatica :-) ) e scompare nuovamente sotto coperta. Torna in pozzetto con l'edizione delle Pagine Azzurre del 2001. La regala a Marc sottolineando che è vero che non è l'ultimo aggiornamento, ma è ancora "buona" - "still good !" Marc è contentissimo e sembra apprezzare molto il regalo perchè non smette più di ringraziarci. Speriamo di aver fatto cosa gradita.
Decidiamo di scambiarci i nostri nomi, quelli delle nostre barche, gli indirizzi di posta elettronica e i recapiti telefonici, un giorno chissà, potremmo rincontrarci.
La direzione del porto ci chiama sul al vhf, tocca a noi effettuare il rifornimento, è ora di mollare gli ormeggi e di districarci per uscire dal nostro posto. Ce la facciamo grazie all'aiuto di qualche spinta, salutiamo Anne e Marc (invidiandoli anche un pò... tanto) e finalmente riusciamo a fare gasolio. Lasciamo Porto Ottiolu salutando la direzione e gli ormeggiatori tramite la radio.
Appena fuori dal ridosso della diga foranea, ci accoglie uno splendido NE 10/12 kn, issiamo le vele e puntiamo verso Ponza di bolina larga ad una velocità di 6 nodi e mezzo. Max fila la lenza, così "per scaramanzia".
Facciamo pochissime miglia, Ottiolu è ancora perfettamente in vista, quando sentiamo il tipico strappo del mulinello. Siamo entrambi ammutoliti. Recuperiamo la lenza e portiamo a bordo... un QUINTA lampuga. E, cosa impensabile e inaudita, NON SAPPIAMO PIU' DOVE METTERE IL PESCE !! In frigo ne abbiamo 4, anche troppi per la cena della sera. Decidiamo di lasciare andare la nostra preda che però è già più di là che di qua. Ci dispiacerebbe lasciarla morire per poi gettarla via, non ci sembra giusto. Ale risolve brillantemente il problema praticando una sorta di rianimazione alla lampuga per permettere di nuovo una buona ossigenazione: seduta in plancetta, lampuga in acqua con bocca rivolta verso la poppa di Y2K. La forte turbolenza creata dallo spostamento della barca e la corrente fanno sì che il pesce si riprenda poco a poco: prima riacquista il suo bel colore brillante giallo oro e blu cobalto, poi, finalmente in ottima forma, comincia a guizzare. Ale la lascia andare, la lampuga sparisce in un secondo con un colpo di coda.
L'episodio, in perfetto stile "ER", provoca una certa ilarità a bordo.
La navigazione prosegue
tranquillamente e a vela, siamo contenti, speriamo che il vento tenga perchè
dobbiamo percorrere più di 150 miglia. Prepariamo la cena, due delle nostre lampughe
finiscono in forno secondo una ricetta ligure. Una vera delizia: l'intero
equipaggio, Tattico compreso, mangia in silenzio in pozzetto. Ci accompagna uno
splendido tramonto.
E' buio, incrociamo una nave cisterna, ci segnala qualcosa. Non siamo sicuri di aver compreso il messaggio visivo e per evitare complicazioni diamo strada rallentando. Notiamo che nel frattempo la nave sta accostando a destra per darci precedenza, ma ormai siamo fermi. Passa prima la cisterna, ci segnalano ancora qualcosa: probabilmente si tratta di un insulto per la bella figura del piffero che abbiamo fatto. Annotiamo sul diario di bordo: "Gran figuraccia ! Compiti a casa: ripassare segnalazioni visive notturne."
Dopo poco, incontriamo una fastidiosissima onda al traverso che, con il vento nel frattempo diminuito sensibilmente, ci fa rollare e rende il viaggio molto pesante. Siamo entrambi stanchi, realizziamo troppo tardi che la sera precedente avevamo fatto molto tardi. Giù le vele, proseguiamo a motore con questa terribile onda che ci sballotta a destra e a sinistra.
L'onda, il poco vento e la stanchezza rendono la navigazione notturna un compito piuttosto arduo: saltano i turni al timone, Ale e il Tattico crollano miseramente in dinette (ops, scusate, il Tattico non dorme, medita...), Max programma dei mini-pisoli da 10 minuti con tanto di sveglia. Insomma una vera e propria pena.
Navighiamo con il solo Genoa, c'è troppo mare. Mentre cerchiamo di non pensare troppo al fatto che sono solamente le 2 e mezza della notte e che dobbiamo ancora fare un sacco di miglia in quelle pietose condizioni, Max si accorge di qualcosa di strano a poppa, lungo la scia di Y2K. Chiama Ale ed insieme cerchiamo di capire a cosa stiamo assistendo: globi luminosi, di una luce bluastra fosforescente, scorrono via fra la schiuma sollevata dalla barca. Alcuni sono di discrete dimensioni, altri sono più piccoli. Guardiamo attentamente, Max punta su uno di essi la nostra torcia: sono meduse ! Uno spettacolo incredibile ! Le meduse emettono una luce blu fosforescente appena "colpite" dalla turbolenza della scia, letteralmente si accendono e creano uno spettacolare gioco di riflessi azzurri. Mai visto niente di simile. Rimaniamo incantati ad osservare le meduse, in alcuni punti sono tantissime, probabilmente ne stiamo attraversando un intero banco. Per per un attimo dimentichiamo stanchezza e onde.
Passate le meduse, ripiombiamo in crisi e la vergognosa situazione va avanti fino alle prime luci dell'alba. Ale, finalmente in grado di intendere e di volere, fa capolino in pozzetto e concede a Max un pò di riposo.
Un equipaggio non alle prime armi non può permettersi mai di commettere un simile errore: dovevamo fermarci una seconda notte in Sardegna e non intraprendere assolutamente lunghe navigazioni e di notte in condizioni come le nostre. I riflessi sono lenti, i sensi intorpiditi, il cervello fa fatica a processare ed interpretare ciò che gli viene ordinato dal resto del corpo. Basta poco per essere noi stessi causa di grossi problemi, questo errore ce lo rimprovereremo per un bel pò di tempo.
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