Tempo MOSTRUOSO... mai avuto il "piacere" di passare un Agosto con simili condizioni climatiche ! Fuori c'è un vendo gelido e furibondo, nuovoloni neri e piovaschi a go-go.

Il mitico scooterDepressi e disperati, non sapendo più come passare il tempo, passiamo al "Piano B", quello già sperimentato dai nostri amici Paola e Marco di Futura. Molliamo la barca e ce ne andiamo in città a noleggiare uno scassatissimo motorino per visitare Caprera e La Maddalena da terricoli. Fra l'altro le due isole sono collegate fra loro da un ponte, possiamo scorazzare in lungo ed in largo senza problemi.

Sabato, una volta recuperato il trabiccolo a due ruote, cominciamo ad utilizzarlo andando a zonzo per il paese: comperiamo il pane fresco ed alcune fette di pizza strepitose, sfrecciamo davanti alla base NATO, facciamo alcune spesucce ed in qualche modo la giornata passa.

Domenica è l'apoteosi della depressione: non riusciamo a mettere il naso fuori dalla barca, violenti temporali si susseguono ininterrottamente, fa un freddo artico, il vento non si attenua mai al di sotto dei 25 nodi, il sole è coperto da una coltre di nuvole grigie. Gli equipaggi di Y2K e di Stellina concordano un piano d'assalto come consolazione per tutti: sfide all'ultimo sangue a Scopa o a Briscola, spazzolate di intere confezioni di dolcetti sardi, allestimento di merende, dopo-merende, stuzzichini, aperitivi, cenette e dopo-cenette passando da Y2K a Stellina e viceversa, abbondanti "evaporazioni" a base di vari tipi di alcolici per "scaldarci" le ossa.

Lunedì migliora leggermente, ma il cielo è ancora nuvoloso, grigio e le temperature continuano ad essere al diIl ponte che unisce la Maddalena a Caprera sotto della media. Trascorriamo la mattinata ad osservare le nuvole che corrono veloci sopra di noi, poi, stufi, decidiamo di prendere lo scooter e di visitare Caprera.

Indossiamo le cerate, recuperiamo lo stradario dell'arcipelago, saltiamo a bordo del motorino e partiamo alla volta del ponte che unisce La Maddalena con Caprera, detto Passo della Moneta. Lo attraversiamo affascinati, il fondo stradale è composto da assi di legno, la struttura è in metallo. Il mare scorre al di sotto e c'è spazio sufficiente per una imbarcazione a motore per passare senza problemi.

Raggiungiamo Caprera, iniziano i piovaschi. Ogni tanto dobbiamo fermarci velocemente al riparo di qualche frondoso ed ampio pino marittimo per evitare di prendere la pioggia. Un piovasco particolarmente forte ci sorprende nei pressi di un boschetto: ci fermiamo sotto gli alberi e parcheggiamo il motorino in attesa che smetta di piovere. Qui facciamo il nostro primo incontro con i cinghiali selvatici che vivono in libertà sull'isola. Ne incontriamo quattro, un paio di adulti e un paio di piccoli. Sono molto curiosi, ma nello stesso tempo guardinghi: ci girano intorno grufolando tra gli aghi di pino caduti nel sottobosco, spiccano dei saltini, arretrano improvvisamente, ci fissano puntandoci quel loro nasone curioso. Rimaniamo in silenzio e li riprendiamo per qualche minuto con la videocamera.

Caprera: boschi. Caprera: cinghiale selvatico Caprera: abbigliamento tipicamente estivo.
Caprera: spiaggia del relitto Caprera: Matilde & figli Caprera: Matilde & Figli

Non piove più e noi riprendiamo il nostro tour dell'isola. Visitiamo le più belle cale di Caprera ed è davvero un peccato che il sole sia nascosto, nel grigiume generale il panorama non offre certo quei meravigliosi colori e quello splendido spettacolo cui tutti noi siamo abituati.

Ci spostiamo veloci in motorino da una cala all'altra. In alcune baie non è possibile neppure effettuare una breve sosta c'è troppo vento. Ci dirigiamo verso la Spiaggia del Relitto e durante la strada scorgiamo uno yacht dallo scafo verde ormeggiato nel mezzo di una cala. Batte bandiera americana, due alberi (ketch, yawl, goletta ? Non lo capiamo), è una tipica imbarcazione da navigazione oceanica. Rimaniamo ad osservarla per qualche minuto... vorremmo essere noi al posto di quegli armatori fortunati.

Raggiungiamo la Spiaggia del Relitto, una delle più belle e dove, praticamente sul bagnasciuga, giace il relitto diCaprera: yacht americano. una antica nave di legno, quando un acquazzone improvviso ci costringe letteralmente ad abbandonare il nostro motorino alle intemperie ed a scappare al riparo della tettoia di paglia di un bar sulla spiaggia. Cogliamo l'occasione per berci un buon caffè. Qui conosciamo Matilde, una mamma cinghiale di tutto rispetto che curiosa fra i bagnanti che si accalcano sotto la tettoia. Matilde si porta dietro i sui 6 cinghialetti ed è una vecchia conoscenza del proprietario del bar. Ad un cenno dell'uomo, Matilde si avvicina ed accetta il cibo che viene offerto a lei ed ai suoi cuccioli.

Non appena smette di piovere cominciamo a muoverci. Ritorniamo al motorino, asciughiamo alla meno peggio la sella e ripartiamo per completare il nostro tour. Non passano neanche 5 minuti che ci vediamo costretti ad effettuare un'altra breve sosta sotto un pino - ormai abbiamo piedi e capelli fradici - poi filiamo veloci verso la parte più alta di Caprera. Durante il nostro viaggio, in prossimità di Monte Telaione, notiamo un cartello che indica la via per raggiungere uno dei posti più incantevoli dell'Isola, Cala Coticcio. Comunemente conosciuta come Tahiti, è raggiungibile via mare (proibitivo per noi dato il tempo) o via terra percorrendo un sentiero strettissimo (qui la carta che vi da l'idea del percorso), in alcuni punti quasi invisibile. Ci fermiamo accanto ad un gigantesco masso eroso dal vento, lasciamo il motorino e cominciamo la discesa a piedi.

Caprera: Max sul sentiero verso Cala Coticcio Caprera: il sentiero verso Cala Coticcio Caprera: sentiero verso Cala Coticcio
Caprera: massi erosi dal vento Caprera: rocce dalle forme incredibili Caprera: un'altra incredibile roccia
Caprera: vista sul mare. Caprera: uno scorcio su una vela. Caprera: bellissimo panorama di scogli, mare e vele.

E' assai difficile descrivere il paesaggio: il passaggio è un vero e proprio sentiero montano, rocce, macchia mediterranea, massi dalle forme stranissime ed in basso un mare blu. Dopo 20 minuti di scarpinata siamo ancora lontani dalla nostra meta, siamo stanchi, il cielo si sta coprendo di nuovo e fra l'altro calziamo sandali e non scarpe adatte per il trekking. Non pensavamo certo di arrampicarci sui pendii montagnosi di Caprera. Restiamo ancora per qualche minuto ad ammirare il panorama sottostante: alcune vele che appaiono minuscole a questa distanza attraversano lo specchio blu del mare; un gruppo di scogli in lontananza ed ancora barche che solcano il mare increspato. Pur a malincuore, facciamo retro-front e torniamo su, verso il nostro scooter.

Caprera: scorcio di Cala Coticcio.Riprendiamo il nostro itinerario naturalistico, saliamo ancora di più verso la parte più alta dell'isola. Riusciamo ad intravedere per un minuscolo scorcio di Cala Coticcio. Raggiungiamo la vetta di Poggio Raso lasciando la strada asfaltata ed inerpicandoci su impervi sentieri che risalgono alla Seconda Guerra Mondiale. Raggiunta la sommità, visitiamo le Batterie di Poggio Raso, un'opera difensiva edificata nell'Isola ai tempi della Guerra eCaprera: la natura ci regala questo splendido colpo d'occhio! da cui si gode di uno spettacolo veramente magnifico ! Tutto l'arcipelago è ai nostri piedi ! Incredibilmente, dall'alto delle mura immortaliamo con la nostra fotocamera digitale uno scorcio unico: una stretta caletta dal mare verde smeraldo, quattro imbarcazioni in rada, all'orizzonte un cielo nero come la pece ed un fantastico arcobaleno.

Osservando meglio quel cielo sinistro, ci rendiamo conto che si sta avvicinando un fortissimo temporale, dobbiamo scappare a tutta birra prima di finire completamente annegati. Volevamo girare anche La Maddalena, ma quelle grosse nuvole nerissime cariche di pioggia ci fanno desistere. Rimandiamo al giorno dopo. Saltiamo sul nostro scooter e lo lanciamo a velocità "curvatura" sulla via del ritorno. Percorriamo le strette viuzze veloci come missili, sempre come razzi attraversiamo il ponte che collega Caprera a La Maddalena e ci fiondiamo verso l'ingresso del nostro porticciolo.

Facciamo appena in tempo a parcheggiare il motorino, afferrare le nostre cose, correre sul pontile e salire a bordo di Y2K che si scatena un autentico diluvio universale. Una volta in barca ci rendiamo conto di essere piuttosto infreddoliti: Anno del Signore 2005, Agosto 22. Temperatura esterna 18°. Ci prepariamo una bevanda tipica delle torride serate d'estate: tè caldo al limone...

Cala Camiciotto: arriva il temporale. Cala Camiciotto: arriva il temporale. Cala Camiciotto: temporale in arrivo.

Per cena ci cuciniamo un bel piatto di risotto giallo alla Milanese, poi apriamo la "bisca clandestina" all'equipaggio di Stellina. Per questa sera abbiamo in programma un partitone a scopa, saggiamente accompagnato da svariate "evaporazioni" di Mirto&Limoncello e vergognose quantità dei soliti, irresistibili dolcetti sardi.

Prima di andarcene in cuccetta mezzi alticci, con l'ultimo spiraglio di lucidità rimasta, accendiamo il computer e ci colleghiamo ad Internet per consultare l'ultimo bollettino di Meteo France. All'inizio della pagina che riporta le previsioni online per l'indomani campeggia l'avviso di un devastante Forza 7 sulle Bocche di Bonifacio...

Buonanotte.

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