Il cellulare-sveglia suona alle 8.

Saltiamo subito giù dalle brande, facciamo colazione e iniziamo i preparativi per mollare gli ormeggi. Verso le 9 chiamiamo Achille che ci conferma le previsioni della sera precedente: andiamo.

Salutiamo una coppia di Inglesi, nostri vicini di banchina da quasi una settimane, anche loro diretti alle Egadi, con l'augurio di poterci incontrare nelle acque di questo splendido arcipelago.

Tutto procede bene, molliamo la trappa di prua e recuperiamo le cime di poppa. Ci allontaniamo lentamente dalla banchina finalmente liberi, ma a pochi metri di distanza il Comandante si accorge che qualcosa non va per il verso giusto con il motore, lo scarico a mare fa un rumore insolito. Dopo un esame accurato, fra accelerate e decelerate, la diagnosi: il motore non scarica acqua, o meglio, scarica soltanto un rivoletto stentato e solamente ad un numero elevato di giri. La cosa si far ancor più misteriosa in quanto la spia che indica un eventuale surriscaldamento del motore non si accende affatto.

Verso le Isole Egadi: il mare monta.E' inutile dire che non possiamo intraprendere una navigazione in queste condizioni, per cui perplessi ed un pò amareggiati ci vediamo costretti a fare dietro front e ritornare in banchina sotto gli sguardi incuriositi dei nostri vicini. Maledizione ! Ci mancava solo questa !

Una volta ormeggiati, non ci perdiamo d'animo, ci mettiamo subito al lavoro per identificare il problema e trovare una soluzione che sia la più veloce possibile. Max apre il vano motore e rimane interdetto quando scopre una notevole quantità di acqua al di sotto dei paglioli. In due togliamo quindi tutti i paglioli: siamo pieni d'acqua, è un miracolo che i legni non galleggino.

Assaggiamo il liquido, si tratta di acqua salata... cominciamo a capire qualcosa. Azioniamo la pompa di sentina e proseguiamo l'indagine. Mentre Ale è pronta ai comandi del motore in pozzetto, Max apre il vano laterale che da accesso alla parte destra del motore dove, fra le altre cose, è possibile ispezionare la pompa dell'acqua. Quindi chiede ad Ale di accendere il motore, mettere in folle e di accelerare a fondo.

In pochi secondi, litri e litri di acqua si riversano all'interno di Y2K, Max grida ad Ale di spegnere tutto: problema individuato. Il tubo di scarico dell'acqua di raffreddamento motore si è staccato dal suo alloggiamento, per un motivo non chiaro, probabilmente vibrazioni, la fascetta che fissa il tubo al suo posto si è allentata e spostata. Si spiega anche il motivo per cui il motore non si surriscalda: l'acqua in effetti arriva al motore e lo raffredda. Poi, invece di finire in mare, si riversa simpaticamente in sentina.

Nonostante il disagio dei paglioli quasi-galleggianti, tiriamo un sospiro di sollievo perchè non solo il grattacapo nonVerso le Isole Egadi: onde sempre più grosse. è grave, ma è anche di semplice e veloce soluzione. Recuperata una fascetta di acciaio nuova di zecca, la sistemiamo ben bene sul tubo e fissiamo forte. Non rimane altro che attendere che la nostra pompa di sentina faccia il suo lavoro ed elimini tutta l'acqua presente a bordo.

La pompa ci mette un pò, l'acqua entrata era veramente tanta, ma alla fine le sentine sono asciutte. Eseguiamo gli ultimi ritocchi tamponando con uno straccio la base del vano motore, poi rimettiamo tutto a posto e siamo di nuovo pronti per mollare gli ormeggi.

Finalmente lasciamo definitivamente il porto di Villasimius, il motore "sputa" acqua che è un piacere, grande euforia a bordo.

Non appena fuori dal porto, ci accoglie il NW sui 15-18 nodi, scapoliamo l'isola della Serpentara e ci mettiamo in rotta su Marettimo con il solo ausilio del Genoa. Navighiamo con aria e mare di poppa. Mano a mano che ci allontaniamo dalla Sardegna, il mare monta sempre di più, alla fine arriva il previsto mare 4. Correggiamo leggermente la rotta in modo da affrontare le onde, ormai di 2 metri e mezzo, al giardinetto.

Le osserviamo procedere imponenti verso la poppa di Y2K, la cresta di ciascuna onda raggiunge e supera in altezza il nostro bimini. Montagne di acqua blu che ci sollevano e ci sospingono, facendoci mantenere un'andatura poco confortevole e dondolante. Il rollio è molto forte, non riusciamo a prepararci un pasto caldo - cucinare è impossibile - e ci dobbiamo accontentare di uno snack veloce. Anche l'aggiornamento del diario di bordo è un'impresa destinata a fallire.

Tentiamo di dormicchiare in pozzetto come solitamente facciamo durante le lunghe traversate, ma le onde montano ancora di più e non ci riusciamo.

Isole Egadi: ci avviciniamo a Marettimo

Isole Egadi: avvistiamo Favignana

Isole Egadi: la nostra meta, Levanzo

Ale comincia ad avvertire un cerchio alla testa ed una sensazione di pesantezza allo stomaco. Che sia mal di mare - mai provato prima - o colpo di calore, o problema di digestione non è chiaro.

Y2K procede spinta dal Genoa, purtroppo non riusciamo a mantenere una velocità costante a causa del mare e del dondolio della barca che ogni volta sgonfia la nostra vela di prua. Il vento, inoltre, non è così forte da mantenerla sempre bella gonfia. Teniamo una media di 5 nodi e mezzo.

Verso sera Ale peggiora, adesso sta veramente male. Alla fine si vede, suo malgrado, costretta ad assumere la classica, nonchè romantica posizione dell'uomo sporto sottovento... insomma, rimette l'anima fino a notte inoltrata.

Con Ale in stato ameboide, spalmata in stato miserando in quadrato, i turni di notte saltano ed il povero Max deve fare tutto da solo.

Verso le 2 di notte, il vento decide di farsi un giro da qualche altre parte e di mettersi a brezzolina leggera. Nonostante abbiamo percorso più della metà delle 130 miglia che ci dividono da Marettimo, l'influenza del Canale di Sardegna in burrasca è assolutamente inequivocabile: il mare è ancora grosso, molto grosso. Niente vento e ondoni giganti, situazione idilliaca per una navigazione serena... allucinante.

Levanzo: verso Cala Fredda

Levanzo

Favignana: ormeggiati in località Punta Marsala.

Verso le 3, quando ormai lo stomaco non contiene più nemmeno se stesso, Ale comincia a risorgere dalle tenebre e fa capolino in pozzetto. Nonostante la sensazione di torpore e scampata l'onta del mal di mare (sicuramente è stato un problema di digestione :-) ) è in grado di dare il cambio a Max che, finalmente, si concede un buon sonno ristoratore.

La navigazione prosegue ballonzolante per il resto della notte, l'ultimo refolo di vento scompare definitivamente e noi siamo costretti a chiudere il Genoa e ad accendere il motore. Il mare continua ad essere una massa di montagne liquide e ribollenti che aggrediscono la poppa di Y2K, ci fanno rollare paurosamente e non accennano ad attenuarsi di un centimetro. Così alle prime luci dell'alba siamo ridotti a due straccetti: navigazione orribile, ore di sonno perdute, vomitini.

L'unico essere vivente capace di intendere e di volere è - come al solito - il nostro amato Tattico, assolutamente impassibile a vento, mare, onde, rollio e quant'altro.

Alle 10 del mattino, dopo una colazione insipida a base di the liscio, l'inconfondibile sagoma di Marettimo spunta all'orizzonte. A mezzogiorno la lasciamo al traverso e puntiamo su Levanzo con destinazione Cala Fredda, sicuramente più ridossata e riparata dal NW e dagli ondoni "oceanici".

Entriamo nella cala verso le 13, filiamo l'ancora velocemente e dopo un breve pasto a base di frutta crolliamo distrutti in cuccetta. Rimaniamo in coma profondo per diverse ore, riusciamo ad aprire gli occhi soltanto dopo le 17.

Favignana: ormeggiati in località Punta Marsala

Favignana: sorge la Luna, sullo sfondo Marsala è appena visibile.

Favignana: la luna su Marsala.

Favignana: Tattico notturno Favignana: riflessi del mare Favignana: bellissimo colore del mare.

Una volta ripristinata la capacità sinaptica, ascoltiamo l'ultimo bollettino da Meteomar in quanto, in una delle ultime telefonate, Achille ci aveva anticipato un cambiamento del vento - previsto nelle prossime 48 ore circa -  quest'ultimo si sarebbe spostato a SW ed attestato sui 15 nodi. Dato che Cala Fredda non è ridossata per i venti da Sud vogliamo essere previdenti, evitare levatacce notturne in mezzo alle onde e stare tranquilli. Meteomar, infatti, conferma l'arrivo di un Libeccio nella mattinata del giorno successivo, mentre il NW continua a soffiare per tutta la notte.

Decidiamo, quindi, di trasferirci a Favignana e trascorrere la notte ormeggiati in una piccola ansa posta fra Cala Azzurra e Cala Rossa, vicino Punta Marsala. Questa posizione strategica ci consentirebbe di scappare velocemente e riparare a Cala Rossa - protettissima dai venti da Sud - in caso di forte libecciata.

Issiamo l'ancora e volgiamo la prua verso la "Grande Farfalla" nel blu - come è stata definita Favignana. Navighiamo per circa mezz'ora svolgendo solo il Genoa, notiamo come il numero delle barche a vela e di velisti o diportisti iper-entusiasta presenti nelle acque di questo splendido arcipelago sia incredibilmente cresciuto rispetto a due anni prima. Questa, amici, è la potenza di uno degli ultimi Act della 32° Edizione della Coppa America, organizzato a Trapani. Incredibili i campi di regata, posizionati nello specchio di acqua fra le Isole Egadi; incantevoli i paesaggi ripresi dagli occhi attenti dei cameraman; superbe le scene in cui questi possenti super-fuoriserie del mare si davano battaglia, circondati dal bellissimo mare dell'arcipelago. Noi, che conosciamo bene questi luoghi, ci siamo ritrovati più e più volte a guardare il televisore, in totale ammirazione: immaginiamo l'effetto su tante persone, tutte quelle che fino a quel momento conoscevano queste isole solamente per caso o non le conoscevano affatto.

Raggiungiamo la nostra meta verso le 19 e diamo ancora. L'ormeggio è tranquillo, altre imbarcazioni condividono la piccola insenatura, noi già pregustiamo una dormita da record.

Per cena ci prepariamo un semplice risotto, utile rimedio per sistemare lo stomaco di Ale ancora sotto sopra: ormai è cosa certa, il problema dell'Armatore non è da imputare al mal di mare.

Mangiamo alla velocità della luce e visto che i nostri occhi si chiudono da soli, ci fiondiamo in cuccetta e ripiombiamo nel coma profondo istantaneamente.

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